Renzi e la Funzione Pubblica se la prendono con le assenze per motivi di salute.

A colpi di decreti legislativi hanno bloccato i contratti nazionali e decentrati, distrutto diritti acquisiti nel corso degli anni. I sindacati firmatari dei contratti, da 20 anni a questa parte si sono occupati solo di sottoscrivere accordi nazionali a perdere e  riservando alla contrattazione decentrata  la sola discussione sulla composizione del fondo che nei fatti viene decisa dalla controparte lasciandoci esigui spazi di manovra.

Tutte le altre questioni sono finite nel dimenticatoio o scientemente cancellate, dalle materie (sempre più ridotte) oggetto di contrattazione ai processi di privatizzazione, alla sostituzione della contrattazione con la concertazione prima e la mera informazione poi.

In questi scenari l'attacco ai lavoratori pubblici ha avuto gioco facile. 

L'ultimo colpo assestato riguarda i permessi/assenze per visite, terapie, esami diagnostici, con la circolare della Funzione Pubblica che riprende e applica la legge 125/2013. 

Non siamo in presenza solo di un cambiamento terminologico con l'assenza per malattia che diventa permesso giustificato, nè possiamo limitare la questione (come fa la Cgil) alla richiesta di una trattativa generica. 

C'è ben altro ossia: 

  1. che le giornate di malattia (le prime 10) da Brunetta subiscono decurtazione salariale, incidono sulla performance e sul salario (le indennità sono sospese);
  2. non basta più la autocertificazione ma è richiesta l'attestazione da parte di una struttura pubblica e privata dove è avvenuta la visita e/o prestazione sanitaria indicando l'orario di entrata e di uscita dalla struttura;
  3. l'assenza dal servizio non avviene automaticamente ma solo previa autorizzazione del dirigente o superiore;
  4. il diritto alla salute sarà esercitato in futuro soprattutto con utilizzo di eccedenze orarie, recuperi, permessi brevi (36 ore annue nel Ccnl autonomie locali da recuperare entro un mese!!!), con sacrifici continui e sempre maggiori, richiesti ai lavoratori e alle lavoratrici pubblici.

La salute diventa un optional, altro che diritto costituzionale, la salute è subordinata a regole e circolari costruite ad arte per permettere agli enti un sistema di controllo sempre più invasivo dove la privacy è calpestata, dove chiedere un permesso diventa una sorta di lusso incompatibile con quel clima da caserma costruito nei comparti pubblici.

  

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