AUTOPARCO del comune di Firenze. Questa volta hanno vinto i lavoratori !!!

Firenze

Nel settembre del 2007 l’Amministrazione Comunale decideva di avviare una pesante riorganizzazione dei servizi di trasporto effettuati dall’autoparco comunale. Una riorganizzazione del lavoro mirata alla riduzione del personale, alla presunta razionalizzazione della spesa e nel contempo alla diminuzione del ricorso al lavoro straordinario.

Naturalmente niente di tutto ciò è avvenuto, anzi abbiamo assistito al ridimensionamento del servizio, alla caduta costante della qualità dello stesso, al blocco del tourn over, alla conseguente riduzione degli organici ed è proseguito in modo massiccio il ricorso allo straordinario.

Questo sciagurato mostro organizzativo, oltre a non produrre nessuno dei risultati immaginati, ha esasperato il clima delle relazioni aziendali nel reparto, più che mai peggiorate da un punitivo ed insensato inasprimento sulla gestione delle ferie, permessi, congedi, interpretazione ballerina dei regolamenti, aumento dei carichi di lavoro ecc…

Tale riorganizzazione imposta con ordine di servizio generò una dura vertenza sindacale durata circa due anni.

All’interno di tale vertenza l’allora parte politica ispirò la delegazione trattante di parte pubblica ad adottare la linea dura nei confronti dei lavoratori che, con metodi democratici appartenenti alla normale azione sindacale, decisero nelle assemblee di opporsi al progetto con la lotta ma anche con costruttive controproposte.

Con largo anticipo sul metodo “Marchionne” l’Amministrazione cercò di stroncare la resistenza dei lavoratori con una raffica di provvedimenti disciplinari (11) a carico di che venne ritenuto responsabile della distribuzione di volantini informativi che, a giudizio dell’Amministrazione, ne danneggiavano l’immagine.

Ancora più odioso fu l’uso politico-sindacale di tali provvedimenti che vennero utilizzati come arma di ricatto all’interno della trattativa. Trattativa che produsse un accordo non del tutto soddisfacente ma che conteneva

l’impegno per l’Amministrazione ad annullare i provvedimenti in sede di conciliazione presso la Direzione Provinciale del Lavoro. In quella sede i rappresentanti dell’AC non rispettarono quanto sottoscritto nell’accordo dichiarandosi disponibili solo ad alleggerire la gravità dei provvedimenti. Ribadirono il senso politico dell’utilizzo del disciplinare nei confronti dell’espressione democratica del dissenso e totale insofferenza verso i superstiti diritti dei lavoratori come quelli sanciti dalla Costituzione o, come nel caso specifico, dall’Art.11 della legge 300 (Statuto dei Lavoratori) richiamato nelle motivazioni dalle sentenze.

Si rese inevitabile il ricorso alla magistratura ordinaria che, nonostante i tempi (oltre tre anni) ha finalmente concluso l’iter dei ricorsi dando pienamente ragione ai lavoratori, riconoscendone le ragioni politiche e sindacali e condannando l’Amministrazione all’immediato ritiro dei provvedimenti oltre al pagamento di tutte le spese.

Ciò che più inquieta di questa vicenda è che il tentativo, questa volta fallito, di dare la spallata finale alle lotte e ai diritti dei lavoratori non è venuto dall’A.D. della più grande impresa multinazionale del capitalismo italiano, che ha inaugurato recentemente una sorta di nuovo corso delle relazioni sindacali, peraltro accolto dal plauso dei sindacati collaborazionisti. E’ avvenuto ben tre anni prima, nella democratica Firenze amministrata da una nomenclatura politica di centrosinistra dalla dubbia incorruttibilità (magistratura docet) reggente di un ente pubblico che non dovrebbe avere, a differenza della Fiat, interessi legati al profitto d’impresa.

Il Cambio di Giunta ci pare che abbia solo sostituito la vecchia nomenclatura con un’altra, ma il livello delle

relazioni è, se possibile, addirittura peggiorato.

Da questo punto di vista la vicenda Autoparco ha rappresentato una sorta di paradigma: da un lato ha dimostrato che lottare per difendere diretti e dignità è giusto e possibile, dall’altro la sconfitta subita dall’Amministrazione in sede processuale sarà un monito per chi pensasse di reprimere le lotte dei lavoratori estendendo il metodo Fiat-Pomigliano. Come avvenuto per i provvedimenti disciplinari comminati ai lavoratori dell’Autoparco in lotta, sono metodi  che si ritorceranno  contro che li attua, sia sul piano giuridico che su quello politico-sindacale.  

                                                                                                                                          Firenze lì 23-03-2011

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Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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