Renzi tenta di rianimare in extremis il Ddl “cattiva scuola”, ricattando il popolo della scuola e le opposizioni interne

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La mobilitazione si intensifica per seppellire definitivamente il Ddl e per lo stralcio del decreto stabilizza-precari. Manifestazioni in tutta Italia martedì 23, quando si riunirà la Commissione. A Roma davanti al Senato (alle 17) a P.za Vidoni e Cinque lune. In piazza anche il 24 e il 25, al passaggio in Aula del Ddl.  

 Dopo l’annuncio di resa sul Ddl “cattiva scuola” e della contemporanea vendetta contro i precari, fatto da Renzi a “Porta a porta” il 16 giugno, lo sciagurato Giovin Signore si è auto-smentito e tenta di rianimare in extremis il suo detestato, da chiunque abbia a cuore le sorti della scuola pubblica, disegno di legge. Martedì 23 il governo presenterà un “maxiemendamento” in Commissione cultura e se l’opposizione non si arrenderà probabilmente trasferirà direttamente il Ddl in Aula, imponendo il voto di fiducia. Sembrava che, almeno in extremis, la grandiosa mobilitazione del popolo della scuola pubblica e i clamorosi e ripetuti tracolli elettorali del PD avessero riportato alla ragione il  governo.

E invece incurante di plebiscitarie opposizioni, sconfitte elettorali ripetute, drastici cali di consenso, Renzi più sbatte la testa contro il muro e più si convince che sarà il muro a spaccarsi. Comunque, se Renzi aveva sperato che il suo ricatto “o Ddl o niente assunzioni” paralizzasse l’enorme movimento di protesta, ha ora verificato che è successo l’opposto. Il movimento ha rafforzato ulteriormente la lotta ed è in piazza senza soste, riaffermando che per i docenti è intollerabile perdere la libertà di insegnamento, essere giudicati da colleghi o presidi che non hanno alcun titolo per farlo, essere assunti e licenziati da un preside-padrone che premia o punisce in base alla subordinazione ai suoi voleri; mentre l’assunzione stabile dei precari non è una concessione del governo ma un dovere assoluto verso docenti ed Ata che lavorano nella scuola da lungo tempo e che ogni anno vengono assunti e licenziati. Ad essi/e va resa giustizia sulla base della sentenza della Corte europea che ne impone la stabilizzazione dopo 36 mesi di lavoro; e dunque è inderogabile un decreto che non solo confermi la stabilizzazione dei centomila annunciati ma anche un piano di assunzione stabile per tutti gli altri docenti ed Ata che hanno i requisiti citati dalla Corte di giustizia.
Il 23 giugno,quando il “maxiemendamento” andrà in Commissione, si svolgeranno in tutta Italia manifestazioni unitarie delle scuole, delle RSU, dei COBAS e degli altri sindacatiche in queste settimane hanno convocato gli scioperi plebiscitari; e il 24 e il 25, quando il testo dovrebbe arrivare in aula per il voto finale, torneremo in piazza in tutte le città. A Roma il 23 manifesteremo intorno al Senato (dalle 17), a Piazza Vidoni e Cinque lune. Non daremo tregua a Renzi e al suo governo: in piazza fino al ritiro definitivo del Ddl “cattiva scuola” e fino all’emanazione del decreto stabilizza-precari.

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS

20 giugno 2015

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Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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