Elezioni in Turchia: nonostante tutto si può sconfiggere Erdogan.

di Vincenzo Miliucci   

GIORNALE

In Turchia, la percentuale "bulgara" del quasi 90% della popolazione al voto(61 milioni) è testimonianza delle enormi attese che riservava l'elezione del 14 maggio 2023. Questo ha potuto constatare e relazionare la delegazione Cobas presente nei territori di Mardin e Nusaybin, con il compito di " osservatori internazionali a garanzia delle elezioni". Attese andate deluse per quanti attendevano un cambiamento vero e palpabile, dopo 20 anni di regime autoritario sotto il dominio del sultano Erdogan, che ha sorpreso un po' tutti per la consistenza dei risultati ottenuti.

Erdogan è stato si costretto al ballottaggio (a differenza dell'elezione al primo turno nel 2018), ma è l'uomo da battere, avendo dalla sua l'apparato statale, i media e il confessionalismo assistenziale. Erdogan e il suo partito AKP, ha si perso 3 milioni di voti e una ventina di deputati, ma mantiene in coalizione con i " lupi grigi" e altri una buona maggioranza in Parlamento ( 324 deputati su 600).

 

Aggiungiamoci che  il 30% dei deputati eletti (anche in altri raggruppamenti) sono espressione dell'ultradestra nazionalista e xenofoba, che ha fatto della battaglia del rimpatrio dei profughi siriani il suo cavallo di battaglia, così che cominciamo a capire i perchè della difficoltà che assume il cambiamento in una Turchia conservatrice, militarista, confessionale. Tanto che risulta straordinario che il candidato della coalizione opposta a Erdogan, Kilcdaroglu del Partito Repubblicano(fondato dal padre della patria, Ataturk) sia espressione dell'odiato e minoritario sunnismo alawita, e che nonostante questo handicap abbia tolto la vittoria al primo turno al dittatore, e al ballottaggio può cercare di vincere. Partito Repubblicano, che risulta l'unico ad aver migliorato in voti percentuali e seggi: in coalizione ha ottenuto 211 deputati, secondo schieramento in Parlamento.

Allo stesso tempo, la coalizione " Sinistra-Verde"( costituita per l'occasione da HDP, su cui pende la minaccia di scioglimento-messa al bando, da parte della Corte Suprema) non può lamentarsi in quanto tra repressione, boicottaggi e oscuramento, è riuscita a guadagnare lo stesso numero di deputati ottenuto da HDP nel 2018 (66, invece di 67), ed è riuscita a portare al ballottaggio il candidato alternativo a Erdogan.

Altra considerazione su questi risultati. Quelle che rimandano ad una società a maggioranza tutt'ora tradizionalista, disciplinata e suddita, ostile al nuovo, costretta a subire nuove povertà dalla bancarotta di stato e per ultimo dal disastroso terremoto, con più di 50.000 morti concausa le costruzioni fatiscenti della speculativa edilizia governativa: l'Anatolia profonda ha continuato a votare il boia Erdogan ! Non vogliamo azzardare che il risultato elettorale sia " lo specchio della società", stante molteplici altri fattori che intervengono nel voto( e che permettono alle nostrane cariatidi "buone per ogni stagione" di essere rieletti: Mastella a Benevento, Scaiola a Imperia), ma è sconsolante constatare che neanche i problemi reali, quali l'economia e il terremoto, abbiano contato e scosso i turchi al voto! Stesso discorso vale per l'enorme diaspora lavorativa turca in Germania: milioni di lavoratori costretti all'emigrazione e alla differenziazione, ancora impigliati nel nazionalismo tanto da votare al 65% Erdogan !

Ce n'è tanta ancora di strada da fare per la sinistra turca e curda. Non dimentichi dell'espansionismo militarista turco con cui Erdogan aggredisce i curdi in Rojava e gli Jazidi in Iraq ; nonchè i deliri di potenza nel Caucaso, nel Mediterraneo e in Africa. Questa tornata elettorale era una buona occasione per sconfiggere e ridimensionare le mire ottomane di Erdogan, così da avviare la stagione del rinascimento democratico in Turchia e in Medio Oriente. La cruda realtà ci dice che ai sogni si oppongono il potere e i rapporti di forza, e che bisogna agire a quel livello di contrasto se si vuol che i sogni diventino realtà. Comunque, inel tempo che ci separa dal ballottaggio del 28 maggio, continueremo a sognare, sostenendo il ogni modo la voglia di cambiamento.

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