IL 6 LUGLIO LA MANOVRA IN AULA AL SENATO I COBAS MANIFESTANO ANCORA CONTRO LA FINANZIARIA

SIT-IN DAVANTI AL SENATO (dalle ore 10)

Dopo il grande successo dello sciopero degli scrutini, prosegue la mobilitazione in difesa della scuola pubblica e contro la Finanziaria-massacro che, dalla Commissione Bilancio, martedi 6 luglio arriva in aula al Senato per l’approvazione da parte del primo ramo del parlamento .

Nel testo della Finanziaria-massacro licenziato dalla Commissione Bilancio che arriva in aula è annunciato, nella parte che riguarda la scuola, un emendamento che propone il recupero (non è chiaro se parziale o totale) degli scatti di anzianità per i lavoratori/trici della scuola, bloccati per tre anni nel testo originario, così come i contratti di tutto il pubblico impiego. Questo emendamento sta a dimostrare come la lotta paghi ; ed è grottesco il tentativo di sindacati come la Cisl – che nulla ha fatto contro la manovra e che non ha promosso neanche un’ora di sciopero contro i tagli e contro il blocco di scatti e contratti – o come la Cgil – che ha convocato lo sciopero il 25 giugno quando nella scuola quasi nessuno poteva scioperare – di accreditarsi qualche merito per la parziale marcia indietro governativa.

La lotta che ha pesato è stata lo sciopero degli scrutini, convocato dai COBAS, con il blocco di 25 mila valutazioni per due giorni, effettuato o sostenuto da decine di migliaia di docenti. Ma la nostra lotta non è finita perché sarebbe inaccettabile che il recupero degli scatti di anzianità venisse finanziato con soldi risparmiati tagliando decine di migliaia di posti di lavoro e con la massiccia espulsione dei precari.

Il 6 luglio, dunque, il presidio permanente COBAS contro la Finanziaria-massacro continuerà con un sit-in davanti al Senato (ore 10, P.Navona angolo Corsia Agonale), con l’obiettivo di far cancellare il blocco dei contratti nel PI e degli scatti “di anzianità” nella scuola, e di annullare i 41 mila tagli nella scuola, con conseguente espulsione in massa dei precari, la riduzione dei servizi sociali causata dall’enorme taglio di finanziamenti agli Enti locali e il peggioramento delle pensioni, con lo spostamento di un anno della pensione di anzianità e l’anticipazione al 2012 del pensionamento a 65 anni per le donne. Chiederemo l’assunzione stabile dei precari, la tutela dei pensionati e dei disoccupati, una tassazione seria delle rendite e delle operazioni finanziarie, dei grandi patrimoni, degli alti redditi e stipendi, la restituzione dei diritti sindacali ai COBAS.

LA CRISI VA PAGATA DA CHI L’HA PROVOCATA

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

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OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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