REFERENDUM FIAT-POMIGLIANO, ALTRO CHE PLEBISCITO ! E’ UN SONORO SCHIAFFO ALLE PRETESE DI MARCHIONNE !

Marchionne

Le nude cifre dicono che tra astenuti , NO, schede nulle e bianche,il rifiuto va oltre il 40% ! “ aventi diritto al voto 4881 , votanti 46542 , di cui SI 2888 – NO 1673 ; nulle 59 , bianche 22 “

Se poi andiamo a cogliere il voto espressamente operaio – quello che più interessava il diktat - il divario tra Si e No diventa quasi alla pari al 50% ! Circa 900 sono gli impiegati,capisquadra e quadri che hanno votato SI , quelli che alla vigilia del voto hanno dato vita alla “ marcetta per il SI” , sollecitata da casa Agnelli.

Addirittura tra i 316 deportati di Nola prevale il NO : su 273 votanti, per il NO 192, per il SI 77 !

Dunque , nonostante il fucile puntato , con l’imperativo di “ vivere o morire” , gli operai hanno avuto la capacità di disinnescare il grilletto di Marchionne, tanto da imporre il fallimento “dell’operazione referendum” così da rimettere in mano Fiat la soluzione per Pomigliano.

Tanta è la delusione in capo alla Fiat , che si sono imposti il silenzio stampa !

Quando Marchionne tornerà dagli Usa ( dove è scappato subito dopo aver saputo gli inaspettati risultati del referendum) – sicuramente dopo lo sciopero del 25/6 indetto dai Cobas e Fiom in tutto il Gruppo – dovrà innanzi tutto sciogliere la riserva sulla Panda , o indicare quale altra via per lo stabilimento di Pomigliano.

Ove mai Marchionne darà dar seguito alle promesse , il risultato del 22/6 lo obbliga a ri/trattare,

mollando le mirate lesioni al diritto costituzionale di sciopero, alle leggi ,alla malattia ( Sacconi e soci dovranno pazientare ancora per annunciare le bramate “ nuove relazioni industriali “ da introdurre in tutti i contratti con la complicità dei sindacati filogovernativi) per coinvolgere appieno la Fiom sulla “ produttività aziendale” , alla quale da tempo ha espresso disponibilità !

Questo è quanto oggi sollecitano gli editoriali dei quotidiani di riferimento della Confindustria, della borghesia e dell’opposizione parlamentare ; la Cgil ,per bocca della prossima segretaria generale Comisso , dice che il voto “…nell’articolazione tra SI e NO , indica che ci vuole una soluzione condivisa da tutti, che la Cgil sostiene e per la quale chiede alla Fiat di riaprire le trattative”.

Se la palla è tornata in mano Fiat, dopo il referendum è tornata in campo anche la Fiom, che viene ricondotta al “ gioco delle parti” , con le nefaste conseguenze di un ennesimo accordo firmato ai danni dei lavoratori. Che presto si accorgeranno a loro spese a quale infimo prezzo hanno svenduto la propria prestazione lavorativa ! Invece di prendersi la responsabilità di fare blocco comune contro le pesanti pretese padronali, così da imporre il rispetto della dignità umana ,dell’occupazione , dei diritti basilari e contrattuali.

Non prendiamo in considerazione altri “ piani B,C,D,….Z “ , in quanto la cessione di Pomigliano ad altra azienda sussidiaria – con licenziamento di tutti dalla Fiat Group e relativa selezione in perdita nella riassunzione presso terzi ( vedi Alitalia) – verrebbe presa da tutti i lavoratori , quelli del SI e del NO , come un provocazione, tale da innescare subito un conflitto generalizzato che il Gruppo Fiat non è in grado di sopportare ; vista anche la sequela di scioperi in corso contro le subdole manovre Fiat -da Mirafiori a Termini I. alla Piaggio - e quello prossimo in tutto il Gruppo del 25 / 6 , con manifestazione centrale a Napoli , ore 9 p.za Mancini .

NO PASARAN !

Roma 23/6/2010 Cobas Lavoro Privato

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

Una giornata di dibattito sul libro di Piero Bernocchi
OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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