ILVA-FIAT-ALCOA-CARBOSULCIS-ALMAVIVA-BELTRAME-………….. LAVORO O NON LAVORO : SALUTE-SALARIO-PENSIONE GARANTITI !

La famelicità padronale non conosce limiti.

La crisi - da loro innescata e utilizzata – e stante l’ausilio di governi-partiti-sindacati acquiescenti, permette al padronato di azzerare i diritti e le garanzie degli anni ’70, conquistati dai lavoratori e dai cittadini conflittuali a suon di lotte,sacrifici e lutti.

IL  LAVORO, conclamato dalla Costituzione all’art.1, ha perso qualsiasi valore e dignità,essendo divenuto esclusivamente una merce il cui prezzo varia a secondo del mercato e del profitto.

In Fiat, Marchionne insieme ai “ contratti capestro” ha inaugurato l’equazione lavoro-mercato, annichilendo i lavoratori con annuali cicli di CIG, con la roulette russa della minaccia di chiusura di stabilimenti( Mirafiori ? Cassino? entrambi??) ,con la fuoriuscita di Fiat dall’Italia.

Il recente rinnovo CCNL-Chimici, lega gli aumenti salariali al profitto aziendale, oltre che alla superproduttività e alla perdita di diritti.

In Alcoa,chiunque subentri nella proprietà pretende il minimo costo del lavoro e dell’energia.

All’Ilva si lavora per rabbia di fame, con cicli spietati per l’appalto e a totale discapito della salute.

Le Fonderie Beltramechiudono a Marghera e Valdarno ( 200 lavoratori a spasso) e preparano la delocalizzazione , con ritorsioni sui lavoratori (800) degli stabilimenti di Vicenza e Val Susa.

Almavivafa il gioco delle 3 carte : chiude a Roma mettendo sul lastrico centinaia di giovani, per riaprire i call center in Calabria e Sicilia, per prendersi i contributi  e gli sgravi di quelle regioni.

Carbosulcis,oltre la miniera è l’intera zona a patire una esistenza grama e nociva.

Più o meno le stesse tragedie che capitano ai lavoratori di oltre 150 “aziende in crisi”e i cui padroni vogliono sbarazzarsi al più presto; in un contesto dove la disoccupazione ufficiale è all’11% - quella materiale al 18% - con prevalenza di quella femminile , con 1 giovane su 3 che non lavora (1 su 2 al Sud) : in queste condizioni diventa di stringente attualità il reddito sociale, prima che la neo emigrazione risvuoti i territori, decretando l’assenza di futuro e di democrazia per l’intero Paese.

 

LA SALUTE, garantita dall’art.32 della Costituzione, è da sempre un opzional per i padroni.

Lo certificano da 60 anni la media annuale di 1300 morti del lavoro, le migliaia di invalidi civili e malati professionali, i milioni di incidenti causa l’assenza di misure di sicurezza e i ritmi di lavoro.

La ex L.626 non ha fatto in tempo ad essere applicata, in quanto già svilita dal Testo Unico 81/08 , che ora il governo Monti intende cancellare attraverso il “ decreto esemplificazioni”, nonostante il coro di proteste dei lavoratori , sindacati tra cui i Cobas, dei medici ed ispettori del lavoro.

“ Prima la salute, la salute non si vende”,se ciò è tornato attuale, ad essere un valore e un diritto, è per merito dei“ lavoratori e cittadini, liberi e pensanti” di Taranto, che del contrasto alla nocività mortale e alla devastazione economico-ambientale prodotta dall’Ilva( prima  dall’Italsider) hanno fatto il simbolo della riscossa di una popolazione soccombente e tragicamente ricattata dal diktat “ meglio morire di tumore che morire di fame”.

 

LA PENSIONE, il decisivo welfare che nel secolo scorso distingueva l’Europa dal resto del mondo, è diventata un gravame per gli occupati, una chimera per precari e disoccupati.

A suon di leggi e decreti , i governi ne hanno smantellato il valore legato al salario: già ore il 70% dei pensionati percepisce da 380 a 1000 euro! Mentre sono rimasti inalterati i privilegi delle “pensioni d’oro” che svuotano le casse Inpdap e ora dopo la fusione , quelle dell’Inps.

Con la preminenza del lavoro precario, saltuario e mal retribuito – con l’aumento dell’età retributiva e pensionabile ( oltre 40 anni e verso i 70 anni)  è uno scherzo parlare di Pensione!

Tant’è che i giovani non ci pensano alla pensione , anche se coscienti di una vita di sacrifici e di una vecchiaia ancora più drastica.

 

NON CI SONO PROSPETTIVE , SE DI FRONTE ALLA NEMICITA’ DEI GOVERNI CONTRO IL LAVORO,LA SALUTE,LE PENSIONI, I LAVORATORI VANNO SUCCUBI E DISUNITI A MENDICARE “ LAVORO,LAVORO”,rinunciando alla salute, ai diritti,alla pensione !

CHE DIGNITA’ E PROSPETTIVE POSSONO ESSERCI, SE I LAVORATORI PUR SCIOPERANDO E MANIFESTANDO NON PRENDONO COSCIENZA CHE I LORO INTERESSI NON COINCIDONO,ANZI SONO OPPOSTI A QUELLI DELL’ILVA,ALCOA,…?!

CHE NON BISOGNA FARSI UTILIZZAREperfargliconcederealtre deroghe e finanziamenti !!

In Argentina,dentro una crisi  più grave della nostra i lavoratori presero in mano le sorti delle aziende autogestendole e garantendosi a tutt’oggi salari.salute e pensioni.Anche in Italia siamo in grado di farlo, piuttosto che continuare ad ingrassare i pescicani nostrani e multinazionali ! 

Diamoci da fare nel rivendicare “salute-salario-pensioni garantiti , lavoro o non lavoro “ !!

 

DIAMOCI DA FARE CONTRO QUESTA DERIVA DI SISTEMA, CHE MERITA UNO SCUOTIMENTO GENERALE, UNA INSORGENZA SOCIALE : ALMENO QUANTO QUELLE MESSE IN ATTO IN RAGIONE DI SCIOPERI E PROTESTE CONTRO LE POLITICHE LIBERISTE DEI GOVERNI SPAGNOLO,PORTOGHESE,GRECO,FRANCESE,BELGA.

 

LA MANIFESTAZIONE DEL 27 OTTOBRE A ROMACONTRO IL GOVERNO MONTIE’ UNA OCCASIONE PER L’INNESCO DI UN PERCORSO CHE PORTI AD UNA MOBILITAZIONE PERMANENTE, CAPACE DI INVERTIRE I PROCESSI DESTABILIZZANTI L’ESISTENTE, IL LAVORO, LA DEMOCRAZIA.

 

Roma  4.10.12                              COBAS LAVORO PRIVATO-CONFEDERAZIONE COBAS

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

Una giornata di dibattito sul libro di Piero Bernocchi
OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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