Dipendenti della pubblica amministrazione: piove sul bagnato !

Dipendenti della pubblica amministrazione: piove sul bagnato !

Anche se a tutt'oggi non è stato firmato il decreto che proroga il blocco dei contratti dei dipendenti pubblici non c'è da sperare in una ripresa della contrattazione nazionale, considerato che manca completamente la copertura finanziaria. Scatta quindi da aprile la corresponsione dell'indennità di vacanza contrattuale?

Dal punto di vista prettamente giuridico SI, eppure con il Dl 98/2011 il legislatore ha demandato all'emanazione di
uno o più regolamenti per la proroga fino al 31/12/2014 di tutte le norme che limitano i trattamenti economici dei
dipendenti della PA oltre che per la revisione delle modalità di calcolo dell'indennità di vacanza contrattuale.Tirando le fila quindi, allo stato attuale non ci sono norme che vietano la corresponsione dell'indennità nello stipendio
di aprile, eppure si paventa l'ipotesi dell'emanazione del regolamento in questione oltre la data di chiusura
degli stipendi, con la conseguenza di dover recuperare nello stipendio di maggio le somme liquidate.
Che aspettarsi dunque, considerato che a livello di bilancio statale non sono previste risorse a copertura dell'indennità di vacanza contrattuale?

CALANO GLI STIPENDI DEI DIPENDENTII PUBBLIICI:
Lo dice l'ARAN, nel 2011 gli stipendi pubblici hanno subito una riduzione dell'1,6%. Per il 2012 anticipazioni ISTAT
parlano di una riduzione ancora maggiore, pari al 2,3%.
I dati non sono rosei neanche per quest'anno, né per il prossimo grazie ovviamente al blocco dei contratti, al
mancato turn-over, al blocco del salario accessorio, alla riduzione degli organici dettata dalla spending review.
Nelle tasche dei dipendenti pubblici la riduzione, considerando anche i tassi di inflazione dell'intero triennio 2010
-2012, ammonta al 7,2%. A conti fatti la situazione ce la illustra il Messaggero in un articolo del 10 aprile: “Sono
meno, guadagnano meno e ancor meno guadagneranno”.
Inoltre il risparmio di svariati milioni di euro in pratica rappresenta 265mila posti di lavoro in meno negli ospedali,
nelle scuole materne e in generale nel sistema dei servizi ai cittadini. Ne vale la pena?
A CASA CON 20 ANNII DI CONTRIIBUTI:
Il Dipartimento della Funzione Pubblica con nota n. 15888 del 4/4/2013 risponde ad un quesito posto dall'Azienda
Sanitaria di Palermo circa la prosecuzione del servizio di un dipendente per mancato raggiungimento del
minimo contributivo (20 anni), prevedendo due principali situazioni:
1. il dipendente non ha i 20 anni contributivi considerando solo il rapporto di lavoro con la PA ma li raggiunge
sommando altri periodi di lavoro (presso altre PA, oppure dipendente o autonomo del settore
privato), la PA colloca a riposo il dipendente al compimento dei 65 anni di età se egli matura prima
del 31/12/2011 un qualsiasi diritto a pensione, oppure lo colloca a riposo al raggiungimento del requisito
anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia dalla riforma Fornero.
2. il dipendente non raggiunge i 20 anni contributivi pur considerando tutti i periodi lavorativi. La PA
dovrà calcolare se prolungando il rapporto di lavoro fino al massimo al compimento dell'età anagrafica
di 70 anni il lavoratore riuscirà a raggiungere il requisito di anzianità minima per andare in pensione
(i famosi 20anni contributivi); se così è il lavoratore viene mantenuto in servizio fino al raggiungimento
del periodo minimo contributivo. Se invece pur lavorando fino a 70anni egli non matura il minimo
contributivo, il lavoratore sarà collocato a riposo al compimento dei 65anni di età (senza ovviamente
incremento della speranza di vita).
Sulle indicazioni di questa nota Ministeriale, le PA si troveranno nei prossimi mesi a “spiare” nel cassetto previdenziale
di quei dipendenti prossimi ai 65 anni, per verificare se e quando collocarli a riposo, ledendo ancora una volta
gli interessi previdenziali dei lavoratori come tutta la riforma Fornero, che utilizza il debito per ridurre diritti.
10/04/2013

COBAS PUBBLICO IMPIEGO

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