Il governo non ha fatto quel che doveva per garantire la sicurezza nelle scuole

                                                                                                

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Investimenti rapidi: la scuola deve restare aperta senza se e senza ma
Il 26 settembre (ore 15) docenti, Ata, genitori, studenti in piazza a Roma

Malgrado il governo e la ministra Azzolina abbiano fatto, a chiacchiere, di tutto per rassicurare sul regolare avvio del nuovo anno scolastico, esso si è riaperto nella totale incertezza sia dal punto di vista didattico che sanitario. Nonostante il governo abbia avuto, dal giorno del lockdown a oggi, ben 6 mesi per varare un massiccio piano di investimenti per migliorare e mettere in sicurezza le strutture scolastiche, non c'è stato alcun finanziamento straordinariio serio, nessun recupero di strutture pubbliche dismesse per aumentare il numero delle aule, nè c'è stata la indispensabile riduzione significativa del numero di alunni/e per classe (non più di 15), le classi pollaio non sono affatto diminuite, anzi (la distanza di un metro boccale di fatto consente di avere nelle aule persino più alunne/i di quanto previsto dalla normativa vigente) e nemmeno  si è realizzato il conseguente aumento di docenti ed ATA (le ventilate 84.000 assunzioni sono ancora di là da venire); non è stato stabilizzato il personale precario e ci si è aggiunto anche il vergognoso pasticcio delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze pubblicate con una valanga di errori e conseguenti ricorsi; infine, i lavoratori/trici cosiddetti fragili, cioè con basse difese immunitarie e patologie croniche  a rischio, non hanno ancora avuto una prospettiva di un impiego con sufficienti margini di sicurezza. 

Malgrado questo quadro di gravi responsabilità governative, ribadiamo che per noi non si sono dubbi: la scuola deve restare aperta senza se e senza ma, la cosidetta Didattica a Distanza (DAD) non è davvero insegnamento, non è seria didattica, al più "didattica dell'emergenza" che, oltre a danneggiare gli studenti, è impossibile da sostenere ulteriormente per le famiglie. Dunque, la strada per tenere aperte le scuole in adeguata sicurezza è solo una, quella che andava percorsa da mesi: massicci investimenti da fare subito, e che andranno recuperati successivamente con il Recovery Fund.
Per esigere con forza che il governo si impegni rapidamente su tale investimento, manifesteremo sabato 26 settembre a Roma a partire dalle ore 15 a Piazza del Popolo. L'iniziativa è promossa, alla pari, dalla rete di Priorità alla Scuola, dai COBAS e da Cgil, Cisl, Gilda, Snals e Uil, e vi parteciperanno docenti, ATA, genitori e studenti provenienti da tutta Italia. Garantiremo la massima sicurezza possibile: la piazza sarà transennata, ci saranno 4 ingressi (due dalla parte di Piazzale Flaminio e due da Via del Corso), si entrerà uno/a per volta dopo essere passati/e al termo-scanner per rilevare la temperatura e indossando la mascherina. Un servizio di autotutela si impegnerà, con il contributo di tutti/e i partecipanti, ad assicurare il distanziamento. Non si potranno introdurre nella piazza camioncini o auto e dunque i sindacati, le strutture partecipanti, i collettivi e comitati dovranno organizzarsi, nel caso vogliano introdurre striscioni, bandiere o cartelloni, senza far ricorso a veicoli. L'unico camion presente sarà il TIR dove verrà montato il palco per gli interventi. Infine, è bene precisare, vista una certa confusione informativa in vari "media" negli ultimi giorni che: a) per la giornata di sabato non sono stati convocati da parte degli organizzatori della manifestazione scioperi nella scuola; b) i COBAS non hanno convocato alcuno sciopero nelle giornate precedenti del 24 e del 25 settembre.
                                                                                                                                                        COBAS - Comitati di Base della scuola
24 settembre 2020

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