Fondo pensione ESPERO

Fondo ESPERO senza ritorno, in galera a vita.

Da Una Lettera di un’insegnante al quotidiano Italia Oggi del 2 febbraio 2010

Sono un’insegnante di scuola primaria entrata in ruolo l’1.9.2007 e ho aderito al Fondo Espero dall’1.1.2008. Al momento per motivazioni personali desidererei sospendere la partecipazione al suddetto fondo. Purtroppo, in base all’articolo 8 comma 6 e 7 del decreto legislativo 252 del 2005 è possibile soltanto che non siano versate più le contribuzioni mensili da parte del lavoratore e del datore di lavoro, m al contrario non è consentita la sospensione dell’accantonamento del TFR destinato al fondo e contabilizzato dall’Inpdap. Io invece intendo proprio sospendere l’accantonamento del TFR. In futuro potrà essere presa in esame la possibilità di modificare l’attuale statuto in modo che gli associati siano liberi di interrompere in qualsiasi momento l’accantonamento al Fondo Espero sia delle contribuzioni mensili sia del TFR?

Jolanda Fumaroli – Bari

Risposta DI Nicola Mondelli (curatore del quotidiano)Prima di dare una risposta alla sua domandami permetto di farle osservare che proprio la volontarietà dell’adesione al Fondo Espero presupponeva la conoscenza puntuale delle norme statutarie e pertanto anche quelle contenute nell’articolo 8 comma 6 e 7. Quanto alla possibilità che tali norme possano essere in futuro modificate nel senso dal lei auspicato ritengo che al momento dato non sussistano le condizioni perché ciò avvenga. La disposizione che lei considera limitante , infatti, la garanzia dell’esistenza in vita del Fondo.

Nicola Mondelli

Considerazioni di un pensionato COBAS Abbiamo sottolineato l’ultima frase della risposta dell’esperto, peraltro affidabile, dalla quale si evince che se dal Fondo Espero il personale della scuola che vi ha aderito potesse uscire il Fondo è una tale fregatura che avrebbe già cessato di esistere. La seconda considerazione è che la fonte normativa, il decreto legislativo n.252/05, è quella che impone agli statuti dei fondi pensione questa clausola che quindi vale per tutti i Fondi Pensione negoziali (o chiusi o sindacali, o contrattuali) della impossibilità di recesso una volta conferito il TFR. La terza è che si capisce bene perché quando, come negli ultimi anni, si assistito ad una vera e propria emorragia di adesioni ai prodotti finanziari del risparmio gestito in generale perché coinvolti in modo diretto o indiretto nella crisi finanziaria (alcuni hanno perso il 47%), i fondo chiusi o negoziali hanno retto non perche le loro prestazioni fossero largamente migliori ma per il semplice fatto che la partecipazione al fondo una volta aderito resta coatta a vita. La quarta considerazione è che mentre si abbattono le pensioni pubbliche per far trionfare il mercato la concorrenza, il merito in realtà i Governi istituiscono l’obbligo di permanenza; la galera, dei fondi pensione chiusi perché i sindacati possano continuare a vivere e a lucrare alle spalle dei lavoratoria prescindere dalla loro efficacia. Ultima considerazione. Sarebbe importantissimo, visto che il Fondo Espero come gli altri fondi chiusi, non rendono pubbliche le loro performance, lo stato di salute dei capitali accumulati e le loro rese. che i lavoratori che sono incappati nelle loro maglie denuncino, come ha fatto la collega, la loro situazione attuale e la resa reale dichiarata dal fondo al quale hanno aderito e al quale sono obbligati a restare e continuare a pagare.

Piero Castello Pensionato Cobas

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