COMUNICATO COBAS-CUB SULLO SCIOPERO POSTE DEL 6 AGOSTO

COMUNICATO COBAS-CUB SULLO SCIOPERO POSTE DEL 6 AGOSTO

Oggi 6 agosto 2012, lavoratori e cittadini in piazza a Firenze, con l'adesione e l'appoggio di sindaci, movimenti, partiti politici e liste civiche, per il lavoro e il servizio pubblico, contro i 12.000 tagli nel recapito e la chiusura di 1.200 uffici postali.
In concomitanza con lo sciopero nazionale dell'intera categoria, indetto dal COBAS POSTE e dal C.U.B. POSTE, si è svolta a Firenze la manifestazione organizzata dalle stesse OO.SS. contro i progetti di Poste Italiane di chiusura di 1.200 uffici postali "minori" e il taglio di 12.000 posti di lavoro nel recapito e logistica. All'iniziativa hanno dato la propria adesione sindaci, partiti politici, liste civiche e movimenti.

La manifestazione è iniziata con un presidio in Piazzza Strozzi nel corso del quale, gli interventi dei lavoratori  hanno affermato con forza il diritto al lavoro ed al servizio pubblico e la totale contrarietà al progetto di Poste italiane che, dopo i 5.857 tagli del 2010, prevede entro il 2012 il taglio di altri 12.000  posti di lavoro nel recapito e nella logistica e la chiusura di 1.200 uffici postali definiti "minori" dall'azienda. Dagli interventi è anche emersa la forte preoccupazione per gli immediati effetti della riorganizzazione per quanto riguarda gli esuberi, infatti, in considerazione della recente modifica dell'art. 18, delle mutate condizioni normative e della impossibilità di ricollocazione in altri settori dell'azienda, anch'essi in fase di contrazione, il timore fondato è la mobilità o la cassa integrazione. A questa preoccupazione si accompagna quella per il futuro stesso dell'azienda e del servizio pubblico che essa deve garantire, minacciati pesantemente dalle ristrutturazioni e dichiarazioni aziendali e dai progetti di privatizzazione prospettati dal garante per la concorrenza e dal governo. Infatti, l'attuazione di ulteriori tagli di personale renderebbbe impossibile garantire un adeguato ed efficiente servizio di recapito, causando, di fatto, il collasso del settore e determinando la fine del servizio postale universale; contemporaneamente, la chiusura di 1.200 uffici postali, non redditizi per l'azienda ma di vitale necessità per i cittadini, creerebbe enormi disagi agli utenti dei comuni interessati.
Nel corso della manifestazione, è stato distribuito un volantino alla cittadinanza per sottolineare l'importanza di una lotta comune di cittadini, movimenti, lavoratori ed amministrazioni, in difesa di un servizio pubblico e di tutti i beni comuni.
Il presidio si è poi mosso in corteo per il centro della città, fino alla sede della Prefettura, dove una rappresentanza dei lavoratori è stata ricevuta dal Prefetto al quale ha esposto i motivi della protesta evidenziando come le azioni poste in essere da Poste italiane, all'evidenza dei fatti,  smentiscano le dichiarazioni da essa fatte di volontà di mantenimento dell'unità aziendale e garanzia  del servizio pubblico. Per quanto riguarda la chiusura degli uffici postali si rammentato come non siano stati rispettati precedenti accordi tra azienda e Comuni.
Si è fatto inoltre presente che la perdita di 12.000 posti di lavoro, costituendo il 10% circa dei posti di lavoro che si stima saranno persi in Italia a causa della crisi, avrebbe una ricaduta economica negativa nazionale.
Il Prefetto ha dimostrato attenzione alle preoccupazioni espresse dalla rappresentanza impegnandosi ad interpellare, in merito, il Ministero dell'Economia, in qualità di azionista unico di Poste italiane.
Per tutta la durata della manifestazione, è stata costante e consistente la presenza di quotidiani,   radio e tv.
L'esito complessivamente positivo della manifestazione conferma il valore delle nostre rivendicazioni e ci motiva ulteriormente a rafforzare il nostro impegno e le nostre iniziative in difesa del lavoro, del servizio pubblico, dei beni comuni.
 
FIRENZE, 6 AGOSTO 2012.
 
COBAS POSTE            CUB POSTE                                                                                                

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

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OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

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