Il corteo della Misericordia di Pisa in sciopero porta la lotta in città

“La Misericordia non può morire così, da un giorno all'altro. Non si può chiudere un'istituzione così, in un batter d'occhio. Un'istituzione che è viva e forte da almeno 700 anni e che svolge un'attività peculiare e fondamentale per la società e per i cittadini pisani”.

È così che si esprime il corteo di oggi concluso con il presidio davanti alla Prefettura e con l'incontro di una delegazione di dipendenti della Misericordia iscritti ai Cobas col Prefetto.

E prosegue, il corteo, con la determinazione a non voler subire la mala-amministrazione della Misericordia:

“11 milioni di euro non li abbiamo rubati noi e di certo non saremo noi a pagarli. Siamo decisi a non tacere e soprattutto a lottare affinché a pagare questo buco siano i colpevoli. Noi lavoriamo e lavoriamo tanto, come sempre, e non è colpa nostra se “qualcuno” ha fatto il “buco” milionario. Noi da decenni prestiamo un servizio onesto e ininterrotto. Di certo, se ci sarà qualcuno a dover essere cacciato via, quelli saranno i colpevoli, i quali sfacciatamente pretendono di licenziarci in 45 di 65 che siamo. Ma di sicuro non andremo via noi”.

Il corteo è riuscito a portare le sue ragioni in modo efficace tra i cittadini pisani, nonostante tutte le contro-mosse dei dirigenti verso lo sciopero, arrivando perfino a comunicare solo alle 17 del giorno precedente l’elenco dei “comandati” nei servizi da garantire all’utenza, dopo avere tentato di scaricare il compito sui sindacati!

Infine, i lavoratori della Misericordia hanno espresso tutte le loro ragioni e i loro obiettivi al Prefetto.

Il piccolo ma compatto corteo si è poi sciolto, dandosi appuntamento per altre iniziative di lotta nei prossimi giorni.

I COBAS, che vi hanno partecipato attivamente, sono decisi a stare fino in fondo in questa vicenda, lavorando perché le ragioni del personale della Misericordia siano fatte proprie anche dalla cittadinanza di Pisa.

Di certo, non manca la determinazione, come era evidente da quanto era scritto sugli striscioni, tra i quali uno affermava: “La Misericordia non si salverà con il nostro sangue”. O da quanto gridavano i cori: “Se non cambierà, bloccheremo la città”, “la Misericordia non si tocca, la difenderemo con la lotta” e ancora “Lotta dura, senza paura”.

(24 maggio 2913) Confederazione COBAS – Pisa.

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