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15 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA PEOPLES OF EUROPE, RISE UP!

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CAMBIAMO L'EUROPA, CAMBIAMO L'ITALIA

Corteo da piazza della Repubblica a Piazza San Giovanni – ore 14.00

Sono già centinaia le organizzazioni nazionali e locali, le reti, i movimenti che stanno preparando la loro partecipazione al grande, plurale, pacifico corteo che nel pomeriggio del 15 attraverserà le vie della Capitale, prima tappa di un percorso di mobilitazione che continuerà anche dopo quella giornata.

La manifestazione partirà alle 14.00 da piazza della Repubblica e, dopo aver attraversato via Cavour, Largo Corrado Ricci, via Dei Fori Imperiali, piazza del Colosseo, via Labicana, via Manzoni, via Emanuele Filiberto, raggiungerà piazza San Giovanni.

210 le mobilitazioni già previste il 15 ottobre in tutta Europa, nel Mediterraneo e in altre regioni del mondo, contro la distruzione dei diritti, dei beni comuni, del lavoro e della democrazia causata dalle politiche anticrisi, che difendono i profitti e la speculazione finanziaria.

SCIOPERO GENERALE DEL 14 NOVEMBRE

Manifestazioni cittadine dei Cobas e di tutti/e coloro che si oppongono al macello sociale del governo Monti:

Roma p.zza della Repubblica h. 9.30; Bari p.zza Umberto h. 9.30; Bologna p,zza Verdi h.9,30; Brescia p.zza Garibaldi h.9; Brindisi p.zza S.Maria Ausiliatrice h.9; Cagliari p.zza Garibaldi h. 9.30; Caserta stazione FF.SS: h. 9.30; Catania p.zza Roma h.9,30; Firenze p.zza S.Marco h.9; Genova p.zza Caricamento h.9; Lecce v. XXV Luglio h.9; Massa p.zza Matteotti h. 9; Napoli p.zza Mancini h 9.30; Orvieto (TR) p.zza Caen h. 9; Palermo p.zza. Politeama h.9,30; Perugia Piazza Italia, 9-13 e 15-18; Pisa p.zza Guerrazzi h.9; Pistoia p.zza Duomo h. 9.30; Ravenna p.zza Garibaldi h. 9; Reggio Emilia vleMontegrappa h. 9.00; Roseto degli Abruzzi (PE) Istituto Saffi h. 9.00; Salerno p.zza Portanova h.10; Siena p.zza della Posta h.9.30; Siracusa presidio al polo petrolchimico/confluenza corteo Catania; Taranto presidio p.zza della Vittoria h. 18; Torino Porta Susa h.9,30; Trieste p.zza Goldoni h.9.30; Vasto via dei Conti Ricci h.9.00.

PAROLE CHE INGANNANO

I lavoratori hanno diritto che siano preveduti e assicurati

mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio,

malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.

Ai compiti previsti da questo articolo provvedono

organi o istituti predisposti o integrati dallo stato.

art. 38 Costituzione della Repubblica 1948

Senza dubbio il risparmio che i lavoratori realizzano per la copertura dal rischi vecchiaia costituisce oggi la ricchezza “mobile” maggiore del nostro pianeta. Ci sono paesi in cui i fondi pensione gestiscono patrimoni superiori allo stesso Prodotto Interno Lordo del paese (Olanda, Svizzera, Islanda tra i paesi OCSE), paesi nei quali i fondi pensione superano il 50% delle ricchezze misurate dal PIL (Stati Uniti, Canada, Finlandia, Inghilterra, Australia).( v. nota 1)

Il valore complessivo dei fondi pensione, nei paesi dell’OCSE ha raggiunto, nel 2009, il 70% della somma dei PIL di tutti e 33 paesi che compongono l’OCSE. Se si aggiunge la quantità di risparmio pensionistico gestito direttamente dagli Stati e che, grazie al sistema a Ripartizione, non andrà mai a finire nel circuito del capitale finanziario, si può ben dire che nel nostro pianeta la quantità di ricchezza complessiva che gli umani risparmiano per la loro vecchiaia supera la somma di tutti il PIL del mondo. Questo spiega la ragione per cui l’ingordigia capitalistica vorrebbe che questa ricchezza residua venisse anch’essa privatizzata e che finisse lo “scandalo” dei sistemi Pubblici a Ripartizione, che si preoccupano soltanto di garantire “importi generosi” ai lavoratori in pensione e salvaguardare la qualità delle loro condizioni di vita, sottraendo questa residua ricchezza al circuito del capitale finanziario. I campioni di questo scandalo sono la Francia, l’Italia e la Germania: in Francia i fondi pensione privatistici proprio non esistono, in Italia dopo tanti sforzi raggiungono solo il 3,5%, ed in Germania il 4,7% . Nell’Europa continentale, eccetto il Portogallo (12%) e la Polonia (11%) nessuno degli altri paesi raggiunge il 10%. Sono proprio i sistemi pensionistici, largamente pubblici, previdenziali e a ripartizione, di questi tre Paesi che sono sotto attacco, perché anche in essi quote sempre maggiori vengano privatizzate. (v. nota 1)

14 novembre - Straordinaria giornata di lotta in Europa e in Italia contro le politiche di austerity

In 30 città italiane centinaia di migliaia in piazza con Cobas e studenti contro il governo

Ignobili cariche poliziesche a Roma e in altre città contro studenti inermi

Mentre in 27 paesi europei milioni di persone scioperavano e/o manifestavano contro le politiche di austerità e i massacri sociali del liberismo, in Italia centinaia di migliaia di studenti, lavoratori/trici e cittadini segnavano con la loro forte protesta le strade delle principali città in 30 manifestazioni, aderendo allo sciopero – che ha avuto risultati particolarmente eclatanti nella scuola – indetto dai Cobas e da tante strutture studentesche. Enorme la partecipazione a Roma dove circa 80 mila persone, in prevalenza studenti medi, ma con tanti lavoratori della scuola, del pubblico impiego e del privato, studenti universitari e precari, hanno bloccato tutta la città, arrivando anche di fronte al Parlamento (presidiato dai docenti inidonei in lotta) e purtroppo dovendo subire in ultimo l’ignobile aggressione poliziesca che ha ferito a freddo tanti studenti inermi e giovanissimi, fermandone decine. Notevolissima la partecipazione anche a Torino e Napoli, ove ai cortei Cobas-studenti hanno partecipato 20 mila persone; a Bologna con 15 mila in piazza, a Pisa con 8 mila, e circa 5 mila a Cagliari, Firenze, Bari, Catania e Palermo; e buona la presenza anche nelle altre manifestazioni Cobas-studenti di Brescia, Brindisi, Caserta, Genova, Perugia, Salerno e di varie altre città e centri minori. Grande rilievo ovunque ha avuto il poderoso movimento di protesta del popolo della scuola pubblica contro la scellerata politica scolastica del governo, il folle aumento dell’orario frontale nelle medie e superiori, il continuo impoverimento dell’istruzione pubblica, l’espulsione di decine di migliaia di precari, la deportazione degli insegnanti “inidonei”, il blocco di contratti e scatti di anzianità, la legge Aprea-Ghizzoni e il concorsaccio per i precari. Nel quadro generale di un massacro sociale che doveva abbattere un debito pubblico aumentato invece in un anno del 10% e che ha colpito i settori più deboli e disagiati, mentre nulla pagano gli evasori fiscali, i grandi patrimoni, banche, gruppi finanziari e industriali, e i corrotti delle caste politiche e manageriali, la protesta degli studenti e dei lavoratori/trici della scuola, del pubblico impiego e del privato si è rivolta contro l’intera politica del governo di cui si chiedono le immediate dimissioni, con un cambio radicale delle politiche di austerity che stanno ingigantendo il debito pubblico, aumentando disoccupazione e licenziamenti, togliendo i residui diritti sui posti di lavoro, mentre il famigerato spread resta altissimo e le condizioni sociali generali si avviano verso il baratro greco. Seguiremo ora l’andamento della legge di in-stabilità alla Camera nei prossimi giorni: ma fin d’ora, in particolare, diamo appuntamento al popolo della scuola pubblica per una grande manifestazione unitaria, sostenuta da un secondo sciopero di categoria, nella giornata del 24 novembre a Roma. In tal senso, rinnoviamo per la terza volta un invito – non avendo ricevuto alcuna risposta ai due precedenti appelli – agli altri sindacati-scuola che hanno convocato come noi, per il 24 novembre, lo sciopero, affinché si effettui a Roma un’unica e unitaria manifestazione, con pari dignità tra gli organizzatori, rispondendo alle richieste di massima convergenza che ci vengono da tutto il popolo della scuola pubblica. E sul piano europeo ci auguriamo che lo sciopero di oggi faccia scuola e che d’ora in poi si proceda uniti con forme di sempre più ampio sciopero europeo contro le politiche di austerity, il Fiscal compact e i diktat distruttivi imposti dal governo tedesco, dalla BCE e dalla Commissione Europea ai popoli europei.

Piero Bernocchi portavoce nazionale COBAS

14 novembre 2012

IL 17 NOVEMBRE 2011 I COBAS CONVOCANO, INSIEME ALLA CUB, LO SCIOPERO GENERALE DELL’INTERA GIORNATA.

I COBAS MANIFESTERANNO NELLE VARIE CITTA’ INSIEME AGLI STUDENTI IN LOTTA

NO ALLA LETTERACCIA E AL DIKTAT FRANCO-TEDESCO

NESSUN PROVVEDIMENTO DELLA LETTERA-VERGOGNA DEVE PASSARE

USCIRE DALLA CRISI E’ POSSIBILE CAMBIANDO SISTEMA

L’agonizzante governo Berlusconi tenta di salvarsi accettando il diktat di Francia e Germania che vogliono far pagare la crisi ai popoli dei paesi più deboli delle UE, e con la “letteraccia” portata servilmente a Bruxelles programma un ulteriore massacro sociale.

PER UNA SOCIETA' DEI BENI COMUNI

Una giornata di dibattito sul libro di Piero Bernocchi
OLTRE IL CAPITALISMO
Discutendo di benicomunismo, per un’altra società.

Guarda gli interventi del Convegno

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